Di turismo, scelte editoriali da follower e sorprese che rendono speciali
Se vuoi andare nei posti non turistici non devi cercare nulla di turistico. L’Episodio 16 di Materia Prima va in vacanza, in diretta dall’Aquafan come radio DJ
Ma non è che conosci una spiaggetta tranquilla in Salento (in agosto)? Una trattoria per mangiare bene spendendo poco (in Costa Smeralda)? Un ristorantino tipico (a Portofino)?
È cominciata la stagione delle richieste senza senso, dei messaggi a cui non so come rispondere, della caccia a posti che non esistono. O forse, che non esistono più.
Arriva la stagione in cui vanno tutti negli stessi posti, nello stesso momento, in località turistiche che per stessa definizione sono tali per aver sviluppato servizi fatti per i forestieri. Poi però, arrivati lì, si va alla ricerca di indirizzi “autentici” per sentirsi like a local. Ossia per sentirsi come il cameriere che ti sta servendo, quando tu sarai oramai tornato a casa. Lo abbiamo fatto tutti quindi non scaglio nessuna pietra, però come giornalista che scrive anche di viaggi, ho una responsabilità in più.
Turismo per vedere
In questi ultimi anni ho girato per Capri, Positano, Tropea, Portofino, ma anche a Nusco, Corato, Taranto, Palmi, Africo… mete turistiche internazionali o posti che manco gli italiani sanno indicare sulla mappa. Dall'Italia del grand tour alla Polinesia di Gauguin, i primi viaggiatori si spingevano alla ricerca di luoghi ameni, bucolici, esotici, inesplorati come le montagne o lontanissimi, che li riportassero allo stato di natura o al cospetto delle vestigia del passato: era un’avventura verso l’ignoto, un’operazione antropologica, artistica, a volte scientifica, lunga, disagevole, decisamente immersiva. Il turismo è cominciato ufficialmente solo nel 1841, anno in cui apre la prima agenzia turistica e da li si cominciano ad attraversare i mari con le crociere, si parte in treno con l’Orient Express (esattamente 150 anni fa), si va alle terme. Il turismo nasce organizzato e avulso dal tessuto sociale, uno “sposta ricchi” verso destinazioni bellissime da vedere, da osservare dai nascenti Grand Hotel - in grado di garantire tutti i comfort che lì altrimenti non avrebbero trovato. Sono ancora lì, nelle posizioni più panoramiche di località che nel mentre sono diventate bazar di souvenir ed emblema dell’over tourism mordi e fuggi in cui si va, si vede e si va via.
Il Safari in Italia degli stranieri
La cosa che mi fa riflettere, è che basta aprire il profilo Instagram di Italy Segreta per capire che molti stranieri in Italia sono attratti dal cibo, dalle bellezze artistiche, dai paesaggi, dall’arte ma anche e forse soprattutto da noi, dalle lenzuola al vento, dai vecchietti che giocano a briscola. Vengono a fare un safari nella Dolce Vita, vorrebbero vivere all’italiana almeno per po’, “sentirsi parte”, anche se di uno stereotipo. Ora che ci penso faccio un po’ lo stesso people watching anche io. Amo girare per musei, mi affascina l’architettura, non disdegno il mare caraibico, ma in vacanza non necessariamente voglio vedere qualcosa. Voglio anche vivere un po’ le vite degli altri, che non abitano a Milano, non cenano da Cracco, non sanno cosa sono gli amuse bouche. I tour operator ora le chiamano esperienze, il contrario delle liste di cose da fare.
Si dovrebbe andare a Menfi
Sono stata da poco a Menfi, “la Sicilia che non ti aspetti” per dirla come le cantine Mandrarossa, nel senso che non c’è il Barocco, solo qualche edificio squadrato rifatto da Gregotti dopo il terremoto. Però lì vicino ci sono i templi di Selinunte, una spiaggia bandiera blu, si fanno ottimi vini, in giornata puoi andare a Marsala, Mazara e Sciacca. Ma sulle orme di Montalbano, di White Lotus, di Instagram, si imbottigliano tutti altrove, spendendo un sacco, facendo una vacanza per nulla rilassante e non vivendo la Sicilia che avrebbero voluto, che forse stava seduta a Menfi a giocare a briscola in piazza bevendo Nero d’Avola. Così a Menfi si interrogano come attrarre dei turisti in più, e ad un’ora di auto parlano di biglietti di ingressi scaglionati, mentre oramai ogni bottega si è trasformata in un negozio di calamite cinesi. Il ciclo di vita delle destinazioni turistiche lo si è identificato da decenni ma ogni volta che un borgo diventa Disneyland e perde di attrattiva, sembra che quel capitolo del manuale di Tourism Management non lo abbia mai letto nessuno. Se in Puglia i prezzi lievitano di anno in anno e la stessa camera costa il doppio la settimana di Ferragosto, ovunque anche a Marotta, forse il mercato sta cercando di regolarsi da solo, spalmando la troppa gente altrove.
È quando la gente si chiede se ti sei perso, o che cacchio ci stai a fare lì, che sei nel posto giusto.
Editoria, SEO e flussi turistici
Quando gestisci dei prodotti editoriali devi avere una strategia. Normalmente quella più gettonata é “scrivere di quello di cui parlano o che cercano tutti”, per generare traffico, quindi numeri, quindi buone valorizzazioni degli spazi pubblicitari. I tecnici del SEO stilano tabelle che fotografano le ricerche in Rete passate o presenti e danno indicazioni che sono quindi uguali per tutte le testate, che propendono poi per investimenti obbligazionari. Per fare un paragone finanziario che uso spesso, sicuri e di lungo periodo, quelli perfetti per la pensione.
Da un lato governano i tecnici e si cammina guardando all’indietro, e al tempo stesso si lascia agli influencer il compito di fare scounting e di inventarsi qualcosa. Il ruolo dei giornalisti, ma vorrei dire a monte degli editori, sarebbe invece avere un punto di vita, anche nelle liste delle “10 migliori brioche di” che piacciono tanto al SEO e renderle autorevoli. E poi si dovrebbero raccontare storie inedite o mete inedite, destinazioni meno o per nulla battute, che meriterebbero di essere valorizzate anche se per ora non le cerca nessuno. Per tornare al paragone, finanza etica ed investimento azionario. Scrivo sotto ad un ombrellone a Marina di Montemarciano. Vi garantisco che c’è posto anche a Ferragosto, e se arrivano da lontano è da Sassoferrato. Che cosa c’è da vedere? Niente.
Se vuoi andare nei posti non turistici non devi cercare nulla di turistico.
Trovare quello che non si sta cercando: ispirazioni
Come creatori di contenuti a vario titolo possiamo copiare trend virali o fare, anche, qualcosa di originale e influenzare la nostra audience a fare scelte alternative - parola che si usa sempre meno. Soprattutto nel turismo, agendo sulla fase di decisione, ovvero quando si sceglie dove andare, e non quando oramai si cominciano a cercare i migliori ristoranti di pesce del posto in cui si ha oramai prenotato. Ecco perché mi piace scrivere di Trapani, Marsala, Menfi, Ventimiglia, Imperia, l’anno scorso di Calabria, e prima ancora di Irpinia, tutti posti che se va bene ci passi ma dove bisognerebbe fermarsi, almeno secondo me. Qui un interessante studio su Travel inspiration in tourist decision making, che vorrei ispirasse gli editori ad essere al servizio dei lettori - che sul lungo periodo, paga. Quando la lettrice sono io, voglio essere sorpresa, conoscere cose che non sapevo e che non stavo cercando. Capisco che nell’epoca di film e musica on demand e di ricerche su Google si finisce per trovare solo quello che si stava cercando. Con buona pace del piacere della scoperta.
Il sondaggio fra puntualità e regali inaspettati
“La cadenza casuale è affascinante perché è una piacevole sorpresa”. Marina mi ha scritto questa cosa dopo aver ricevuto l’Episodio 15 dove c’era un sondaggio su quando e come spedire la mia posta del cuore. Mentre tutti ti dicono che avere una cadenza fissa è meglio perché genera un’abitudine, la sua risposta mi fa pensare di fare esattamente il contrario. Negli hotel il lusso vero non è ricevere tutto quello che ti aspetti in modo impeccabile, ma essere sorpreso da piccoli gesti inaspettati di ospitalità. Al ristorante, quello che rende più felici non è quello che si è ordinato ma il pensiero spontaneo di un assaggio in più che hanno piacere a farti provare. Quello che una volta si risolveva con il limoncello offerto, ho un piccolo amuse bouche. Ora di cosa ci stupiamo? Che cosa è davvero fatto per noi e che ci rende speciali?
L’ultima cosa che ho avuto questo effetto su di me è stato il set edibile con la mia effige al Four Seasons di Sharm El Sheik. Un po’ kitsch a suo modo ma indimenticabile.
In un mondo pianificatissimo e dove tutto ha un modello, un protocollo qualità, una linea guida, che cosa è davvero spontaneo, sincero e quindi speciale? Grazie Marina, Materia Prima continuerà ad essere (almeno per un po’, sono sempre pronta a ricambiare idea) fatta, sinceramente, casualmente.
Sarà, anzi deve essere, boom del turismo
Andrà tutto bene. Questa estate appena cominciata sarà quella dei record, lo dicono tutti, lo scrivono tutti, forse sarà vero. Ognuno dà i suoi numeri, un po’ come il meteo, e il rischio è di sommare mele e pere. Demoskopika prevede 68 milioni di turisti* e 267 milioni di pernottamenti*, su Panorama si parla di dati doppi, non so perché e da dove gli prendano. L’Osservatorio Turismo Confcommercio-Swg dice 63 milioni, ma conta le partenze* e solo degli italiani. Assoturismo Confesercenti più conservativi e pretendono 50,3 milioni di arrivi* e 212,8 milioni di pernottamenti (+ 6,2% in più di presenze rispetto all’estate 2022), ma la media è una di quelle di Trilussa, gli stranieri si stima raggiungeranno il +9,6% rispetto al 2022 (+ 0,9% rispetto al pre-pandemia), solo il +3,3% gli italiani, che non raggiungono ancora i dati 2019. Difficile districarsi, comunque sembra evidente che il trend sia in crescita e che vogliamo molto che lo sia. Ci servono buone notizie, tipo che il mondo ci ama. Nel 1970 comunque l’Italia era il primo paese al mondo per turisti.
Arrivi: numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato.
Permanenza media: rapporto tra il numero di notti trascorse (presenze) e il numero di clienti arrivati nella struttura ricettiva (arrivi).
Presenze: numero delle notti trascorse dai clienti, italiani e stranieri, negli esercizi ricettivi.
Turismo: l’insieme delle attività e dei servizi riguardanti le persone che si spostano al di fuori del loro ‘ambiente abituale’
*Il dilemma deli posti sinceri
Ogni tanto vai da qualche parte, magari con amici o colleghi, e ti chiedi se postare o no. Non una nuova apertura o la foto con lo chef, ma un locale rimasto fermo nel tempo. Merita di essere condiviso, frequentato, eletto a movida, o invece meglio lasciarli in pace e mantenere il segreto? Non ho mai postato il mio ristorante cinese preferito - ha chiuso con il Covid purtroppo - e non per egoismo, era sempre pieno ma non di italiani, e non so quanto obiettivamente li avrebbero potuti soddisfare. Mandarci qualcuno che avrebbe chiesto piatti non piccanti o “che cosa ci mettete dentro?” mi sembrava fuoriluogo. Avevo affrontato il problema in questo pezzo sui posti sinceri di Milano, in bilico fra il restare sinceri e dover evolvere per forza per sopravvivere.
Nel mentre, potere leggere di
Portofino, portofinesi, del ritorno alla terra e di una nuova invasione di pirati su Italy Segreta
Di cosa fare a Marsala, fra saline e le Cantine Florio
Di Ventimiglia, terra di passaggio dove si ferma mai nessuno. Peccato
Di Imperia e di un cocktail bar dove fermarsi per un drink lungo il molo
Io sono cresciuto dalle parti di Amalfi e Positano... quindi il cambio che i social hanno portato e' alquanto drastico
Capisco il dilemma.