

Discover more from Materia Prima
Episodio 13 | Di Martini, idiosincrasie e cetriolini 🍸🥒
Episodio 13. Il 6 giugno si celebra il Martini Day. Ottima occasione per parlare di bicchieri, di cocktail dirty, di brioche acide e di pickles trendy.
Martini (calice), il ritorno
La Ferragni diventa testimonial della Martini: ”cheers guys” dice alzando il bicchiere. E ha solo confermato i segnali deboli che il Martini sarebbe tornato a risuonare fra noi. Ne avevo scritto qui, e non pensavo però al Martini-bottiglia, ma al Martini-cocktail e oggi al Martini-bicchiere iconico. Il Martini è una figura retorica, contenuto e contenitore, e se va di moda trascina qualunque cosa che lo evochi. E sarà solo l’inizio.
Nella scorsa edizione di Materia Prima avevamo già parlato di Mash-tini. Ossia mashed potato in bicchieri da Martini da servire a buffet con vari topping a scelta, pare tendenza rediviva nei banchetti di matrimonio. Inutile fare la faccia schifata, vorrei ricordare che nelle coppe da Martini da noi ci hanno servito per anni il cocktail di gamberi e tuttora il tiramisù. Non amo il secondo, venero il primo, possibilmente con la salsa cocktail al whisky della D&L. Molto anni Novanta, ma per citare nomi contemporanei, da Casa Vicina* a Torino ci servono una bagna cauda da bere. Sono passati anni e ancora mi ricordo un calice servito da Paul Bocuse (allora era tecnicamente ancora vivo) alla cena di gala per l’apertura del padiglione Francia ad Expo, correva l’anno 2015. Subito dopo la mitica Soupe aux truffes VGE era arrivata un’insalata di astice sormontata da una gelatina allo champagne di cui ancora rimpiango il momento in cui ci ho infilzato il cucchiaino (e di cui ho ritrovato una foto).
L’idiosincrasia per l’ardesia quadrata
Il “bicchiere con dentro cose” fa cheap, è chic solo per Benedetta Rossi, sa di catering o di finger food di periferia. Il bicchiere da Martini invece fa sofisticato, eleva in un secondo anche un’insalata di mare scongelata in qualcosa di elegante, o almeno ci prova. La forma è contenuto, anche in cucina. Nel bene o nel male, e per me quello che entra in un bicchiere da Martini, liquido o solido che sia, merita di essere sperimentato. Mangio tutto, non ho allergie né intolleranze, ma ho una idiosincrasia per i piatti rettangolari e per quelli di ardesia - che normalmente sono sia rettangolari che di ardesia, doppiamente orribili. Sono scomodi, pesanti, rumorosi e non riesco a dissociarli dalla mente da tartare di salmone, ruote di formaggi, fette di torta, serviti con polveri, ciuffetti e glasse decorative. Esistono parabole per i food trend tanto quanto per i piatti su cui sono serviti e loro hanno fatto oramai epoca. Finiranno così anche le preziose porcellane a forma di ostrica, zampa di pollo, riccio di mare? Forse sono già finite, ma la buona notizia è che se tiri fuori i calici da Martini in un locale fine dining, otterrai lo stesso effetto wow.
Martini (cocktail) ingrediente trendy
Se noi in Italia amiamo più rispolverare i Martini-bicchieri che avevano fatto furore negli anni Novanta, l’effetto nostalgia colpisce gli americani ma in un altro senso. Loro che il Martini-cocktail lo hanno sempre bevuto, al posto di infilare insalata, gamberi e savoiardi in un calice, ritornano a ordinare Martini al bancone (quelli a base di gin o vodka e vermuth, cipollina, limone o oliva), in twist on classic inaspettati e in … ricette a base di Martini. Insalate con salsa al Dirty Martini? Si può fare. In fondo il dirty è la salamoia e ci si può condire l’insalata. Dirty Martini Pasta? Se l’abbiamo fatta con la vodka non c’è molta differenza con un Martini. Su Eater raccontano che qualcuno ci ha infornato un babka, ma su TikTok girano ricette molto più interessanti come tzatziki, insalate di pollo, salmone… vediamo quanto ci mette ad apparire in qualche menù nostrano, nel caso, segnalatemelo. In cambio, un consiglio. a Milano il posto che preferisco per berlo è Carico, che nella Martini Room te li offre a tempo e con spettacolo psichedelico incorporato. Tutti a festeggiare lì il 6 giugno, per onorare il Martini Day. Ovvio che esiste pure quello.
Dirty Martini, brioche e nostalgia sovietica
Il Martini per me è dirty, rigorosamente, molto dirty, mi sento alla moda. Pickels è una delle parole che più spopolano nei menù dei ristoranti alla moda. Sottaceti suona molto peggio in Italiano, quindi meglio pickles o verdure fermentate. Saranno le mie origini mezze polacche, ma per me sono onnipresenti nel frigo, e una voglia irresistibile, un po’ come i Cetrioli dello Spreewald in Goodbye Lenin. Li adoro così, semplici, li ho provati fritti ad Aruba (giuro sono una gioia, ecco la ricetta), in una ruota da degustazione alla hamburgeria del Noma POPL a Copenhagen che nel menù sono una portata a se stante ma ho scoperto che c’è chi li ama molto di più e che nel 2016 a Londra aveva stilato la classifica dei migliori pickles della città e qui spiegano come fare una pickles board, senza formaggi, senza salumi, sono giardiniere (di ritorno della giardiniera avevo scritto qui). L’ultimo trend è metterli nel Martini.
Pickle Rick, Grillo’s pickles e brioche milanesi
I cetriolini sono fra noi. Del personaggio diventato iconico di Rick&Morty “Pickle Rick” ho persino comprato del merchandising (è pieno il web). Purtroppo hanno tolto le puntate da Netflix ma qui una breve clip di un episodio mitico. Ci sono dei brand dedicati, Luca è un fan di Grillo’s Pickles (se qualcuno va negli States vorrei comprare del merch), fenomeno indie entrato nei supermercati nazionali. Vorrei essere lì a San Valentino per ricevere il bouquet di aromi per salamoia, questo. Tutto ciò per dirvi che l’ultima frontiera è in un ristorante di NYC dove i cetriolini li mettono ovunque, e ne fanno anche un gelato. Lo leccherei mentre bevo un Martini ghiacciato. A Milano ho appena mangiato il crossant Pickles e prosciutto da Pan, la bakery mezza giapponese di Alice Yamada e Yoji Tokuyoshi. Luca mangiandola ha detto “è come dovrebbe essere ogni brioche salata”, concordo. Però poi ho postato solo il Curry Pan, mangiate anche quello. Oppure perdere tempo su Tik Tok dove il trend è la #hotpicklechallenge, anche se era già stato un trend su YouTube anni fa. Hot nel senso di piccante, e nel senso di molto fallico. E nel senso che tutto torna, pure le challenge.
Seguitemi per altre ricette!
I cocktail al Gatorade, Fedez e il futuro dei drink
Dal Martini, grande classico, al baratro della miscelazione. Vodka Redbull? Peggio. I cocktail con il Gatorade. Il che mi introduce il tema hard-selzter e il recente lancio di Fedez e Lazza del loro BOEM, una “complessa miscela” di aromi, alcool e acqua gasata, trasparente che “al gusto sprigiona un bouquet intenso e pulito con una lieve nota pungente data dallo zenzero che dà persistenza e profondità al prodotto. Mi chiedo chi lo berrà, secondo Il Sole 24 Ore infatti “In Italia quello degli hard seltzer è un mercato quasi inesistente: secondo una ricerca tra i giovani tra i 18 e i 25 anni solo uno su sette sa cosa siano”. In America sono molto noti e quindi scommettono di riuscire a creare un nuovo mercato.
Rispolverate i bicchieri della Nutella
Li hanno avuti tutti, forse tranne io perché mia madre mi comprava rigorosamente la crema Novi. Sono i bicchieri della Nutella, con i disegnini, tutti scompagnati e sopravvissuti oramai solo nelle seconde case. Ecco, è venuto il tempo di accaparrarseli perchè qui dicono che stanno tornando di moda. Non proprio loro, all’estero, ma in Italia non vedo l’ora di farmeli servire da qualcuno al bar o al ristorante. E se succede a qualcuno, please mandatemi una mail.
Cose alcoliche che ho scritto nel mentre
Un contributo al rapporto Assobirra 2022 in cui parlo di birre analcoliche, ironia della sorte. Hanno trovato un mio vecchio articolo e mi hanno contattato.
Dove eravamo rimasti...
Design troppo bello
Parlando di piatti, questa volta usa e getta, vi ricordate la storia dei contenitori riciclabili in Francia di McDonald’s, super design? Ne avevo scritto qui. Ecco sono così belli che se li fregano. Axelle mi ha trovato un video dove spiegano come contrastano il taccheggio.
Nonne a turno al ristorante
Ve lo ricordate il ristorante di Milano che assumeva le nonne meridionali? Ne avevo scritto nello scorso episodio della newsletter. Ecco, l’idea non era originale, ma era comunque italiana. A Staten Island, Enoteca Maria tre sere a settimana porta una nonna in tavola, ma almeno le fa ruotare per nazionalità. Nel mentre a Milano sono ancora in corso le selezioni.
Per i nostalgici dei gelati anni Ottanta
Ne avevo scritto un pezzo qui, e mi è tornato in mente quando Luca mi ha mandato questo link. Mi auto cito: “Ecco il vero sapore del Made in Italy (che non ci piace ammettere) ma che va assaggiato per capire una nazione.”
Due video su Milano
A proposito di ruote e di bambini abbandonati, mi sono imbattuta in questo documentario su Milano, i suoi orfani, le sue istituzioni all’avanguardia e la vita delle ragazze di uno o due secoli fa. Mi sono imbattuta perchè mia madre mi aveva invece suggerito di guardare l’altro sulla gestione delle pandemie a Milano, ma ho sbagliato link. Alla fine ho visto entrambi e ne valeva la pena.
Episodio 13 | Di Martini, idiosincrasie e cetriolini 🍸🥒
Non so Rick, io dico che avremmo più bisogno di letture così rinfrescanti. Io confesso che poi infilerei mezza giardiniera in un Martini 🍸 e la chiamerei cena, zero sbatti e tempo per leggere :)
🍸🥒❤️