Playlist per traslochi, torte e stanze vuote per il futuro
Perché si chiude un’era, quella di Marie Claire Maison, e se apre una nuova. Con un karaoke che finisce con una dedica d'amore.
In edicola è uscito il numero di Marie Claire Maison più bello di sempre: un numero collezione con il restyling firmato dall’arte director Pilar Ibanez. La nostra ultima creatura, quello che avremmo sempre voluto essere. 24 numeri dopo il nostro esordio, un numero che porta con sé la stessa emozione del primo. Perché sarà l’ultimo del wonder team di cui ho fatto parte.
Ho pensato di farci un karaoke.
My way
Frank Sinatra ha accompagnato in una Topolino un momento topico di questa avvenuta mentre uscivamo l’ultima volta dall’ufficio dell’editore. Non eravamo tristi, eravamo dispiaciute. Conosco Csaba dal 2007 e negli anni ho scoperto di condividere con lei una insaziabile tenacia e fame di futuro. Abbiamo un vizio, se ci chiedono una torta non serviamo una cupcake, noi analizziamo la domanda, l’offerta, il mercato, criticità e opportunità, corriamo l’extra mile e, se serve, finiamo per sfornare tutto quello che crediamo possa servire, persino una wedding cake. Marie Claire Maison è stata la nostra torta, è lievitata, strato dopo strato. Ma non era la torta che voleva l’editore.
You cant’t always get what you want
No one stays at the top forever, e più al top di così non saremmo potute andare, anche se lo avremmo voluto. Niente wedding cake, quindi a malincuore stop loss si direbbe in finanza, è stata ora di traslocare, per adesso in una stanza vuota per il futuro (e cito in un sol colpo il filosofo Emanuele Coccia e il professor Luca Molinari, dalle loro pagine del numero ora in edicola). Da freelance si è sempre in affitto nelle case che si abitano e ora è la fase in cui si sfogliano annunci immobiliari. Tempo di fermento progettuale open to meraviglia. Se si chiude una porta, spesso di apre un portone. Nel mentre, si finiscono un po’ di altri lavori e si aprono panettoni.
Girls just wanna have fun
Mi sono divertita. Da Head of Contents di quel progetto porto con me nuove competenze di management, di gestione di collaboratori e commerciale, logiche delle multinazionali e lavoro agile di soli freelancer. Porto con me relazioni, persone, idee. Abbiamo creato un bel giornale per i lettori ma soprattutto un business model nuovo e un metodo diverso di lavoro di cui sono orgogliosa. Abbiamo inventato una nuova ricetta della torta e sono davvero grata di averla potuta sperimentare e masterizzare in questi anni e con un grande brand. Non vedo l’ora di cominciare ad impastare ancora, facendo lievitare la torta come e fino a dove avrei voluto.
I can see clearly now
Scrivo di cucina per parlare d’altro. Ho sempre pensato che il cibo fosse un media, uno strumento, un linguaggio per interpretare, decodificare e per raccontare la realtà. Le storie, le persone, la società mi hanno sempre affasciato di più del gusto o della consistenza di un cibo - che infatti sono pure loro costrutti culturali. Avvicinarmi al mondo del design mi ha dato una nuova lente, un nuovo punto di vista, mi ha allontanato il giusto dal food e da lontano a volte si vede meglio tutto, tutto più chiaro. Non i particolari ma la visione d’insieme. Ho capito di aver fame di futuro, di cose interessanti, mica solo di cibo.
E ora, momento karaoke.
Se per caso cadesse il mondo
Io mi sposto un po' più in là
Sono un cuore vagabondo
Che di regole non ne ha
La mia vita è una roulette
I miei numeri tu li sai
…
Com'è bello far l'amore da Trieste in giù
L'importante è farlo sempre con chi hai voglia tu
E se ti lascia lo sai che si fa
Trovi un altro più bello
Che problemi non haaaaaaaaaaaaaaaaa
Tanti auguri
Le icone non si archiviano, ti parlano, come Raffaella. Ma qui cito l’editoriale di Csaba dell’ultimo numero che trovate in edicola. Ora che posso dire di capirci un po’ di design, oltre che di editoria, so che oggi più che mai il mercato è a caccia di “riedizioni” del passato più glorioso, quello bello, sicuro e collaudato. Quindi nel mentre, canto Raffaella insieme a tutto il resto del wonder team.
“Dai, metti gli 883!!!!”
Però, non si può fare un karaoke senza gli 883, è scientificamente provato. Quindi pensavo di chiudere con Hanno ucciso l’uomo ragno, oppure con una più nostalgica Nessun rimpianto ma ho scelto invece di dedicare l’ultima canzone prima di accendere le luci in sala a tutto il Wonder Team. Su le mani, pompate nelle casse.
Poi andiamo a fare karaoke per davvero? Accettasi prenotazioni. Hangover e Sotterranei di via Sarpi garantiti anche in caso di pioggia.
https://youtu.be/X5C9gkgrKPI?si=7lXr1D3LshLFG9HK
ahahahahah salsicce a senso unico