Episodio 9 | Di pulizie catartiche, denominazioni di origine inventate, e corsi di deontologia per giornalisti che insegnano a vendersi.
Non ho mai giocato con le Barbie.
Brutti, sporchi e cattivi
Pulire ha un potere catartico. È un momento meditativo, purificatorio, simbolico. Mettere tutto a posto, vedere tutto pulito dà un senso di pace. In questo articolo di Bon Appétit dicono che “quello che fai con i tuoi piatti dice molto di te”. Io non ho una lavastoviglie, vivo a sola, mangio a casa poco e non cucino, non mi serve. A volte stazionano per giorni nel lavandino, lo ammetto, e se ho gente a cena so andare a letto lasciando il tavolo ancora apparecchiato, e lo sparecchio al mattino. Quando faccio feste cerco di prenotare le pulizie il giorno dopo, subappalto. In vacanza ho fatto ridere tutti gli amici perché non so caricare la lavastoviglie - ma non so manco stirare, e non stiro. Come lavi i piatti dice molto di te… ma soprattutto dice molto di te quanto riesci a resistere al bisogno impellente di sistemare tutto, dico io.
E così vi consiglio un libro, Lo sporco degli altri, che mia madre ed io abbiamo letto più di vent’anni fa mentre pulivano quella che era appena diventata casa mia. E un Tedx Talk che parla di pulizie e di depressione e di come “tenere la casa pulita” sia un imperativo che può risultare schiacciante e di cui ci si può liberare…
Consiglierò anche di leggere Gli Sporcelli di Roald Dall, prima che lo censurino: parla di due “diversamente puliti” che sono brutti dentro e quindi fuori. Perché invece “una persona con pensieri gentili non potrà mai essere brutta. Potrà avere il naso bitorzoluto e la bocca storta e i denti in fuori, ma, se ha pensieri gentili, questi le illumineranno il viso come raggi di sole, e apparirà sempre bella”.
Non ho mai giocato con le Barbie
Manco con le bambole, ma la Barbie mi ha sempre affascinato perché è stata la prima bambola a cui non facevi da madre Ha fatto l’astronauta, il medico, la veterinaria e la miliardaria. Mi è sempre stata simpatica. Ora esce il film e ricanteremo tutti “I’m a Barbie Girl”.
Ne avevo scritto qui, dandole dell’icona femminista, e qui parlando dell’evoluzione dei giochi per bambine (tipo le cucine giocattolo e le aspirapolveri care al patriarcato). Per sapere tutto della storia di Barbie, c’è un episodio della bellissima serie “The toys that made us” su Netflix.
Sballati di delivery
L’ora legale ci “sballa” il bioritmo. Lo dice Just Eat, ma solo per 4 giorni. Non capisco perché dovremmo sopprimerla quindi in nome della salute.
Denominazione di Origine Inventata
Si è fatto un gran parlare di Alberto Grandi e delle sue “teorie” sulla cucina italiana. Il suo libro Denominazione di Origine Inventata è da anni nella bibliografia dei miei corsi di formazione e quindi lo consiglio a tutti. La parte che preferisco è quando scrive che Ancel Keys, l’americano che battezzò la dieta mediterranea, scoprì - cito a memoria - che un popolo malnutrito aveva il colesterolo basso. Pure Grandi cercherà i suoi 15 minuti di celebrità ma invita a guardare in modo critico la nostalgia di un passato dorato da cui però in milioni siamo scappati a causa della fame. C’è anche il podcast, ma è molto meno divertente del libro (linko Spotify ma c’è anche altrove).
Oleato, un nome un programma
Da Starbuck hanno lanciato il caffè all’olio di oliva, Oleato. È successo a Milano ma l’ho saputo grazie al New York Times. Citano l’amico e collega, Massimiliano Tonell, e il racconto di come Starbucks sia arrivato in Italia è interessante. Il caffè all’olio pare faccia abbastanza schifo.
La Michelin e gli effetti collaterali
A Vancouver ad ottobre è arrivata la Michelin: prezzi in aumento e liste di attesa. La stessa cosa in Florida. Ma è un nesso causale o solo un nesso temporale’? Il costo della vita aumenta ovunque, ma grazie alla Michelin anche la spinta alla qualità. Lo dice Eater ma concordo.
In difesa dell’alta cucina
Per la serie marchette a me stessa: cose che ho scritto. Un pezzo per Vanity fatto appena dopo la notizia del Noma che chiude e quando era tutto un fiorire di articoli contro il fine dining. Un articolo che ci ho messo ore ed ore a scrivere, che parte dai dati del Fipe passando per quelli del Censis che fotografano un’Italia malinconica e nichilista. Che spera che un hamburger o le ricette della nonna ci salveranno.
La crisi spinge a nuova imprenditoria
La crisi comunque c’è, e non solo nel fine dining. Qui lo dimostra il fatto che molti investitori in cerca di facili guadagni si sono sfilati e a New York crescono invece i locali in cui i soci sono i dipendenti. Vorrei ricordare che la crisi del 2008-2009 è stata alla base della nascita del fenomeno food truck (e delle food blogger e del cake design, ossia di una nuova, piccola imprenditoria)
Il corso dell’ordine dei giornalisti per diventare imprenditori di sé stessi
Sono incappata in un corso di aggiornamento per giornalisti intitolato “Concetti e strumenti per una nuova professionalità del giornalista”. 10 crediti deontologici on line on demand, Organizzato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Insegna a sfruttare la propria professionalità nel privato, come consulenti, facendo branded journalism. Spiega tutto, anche come fare i preventivi e un bilancio. La intro suona un po’ così (quoto): è finita l’era del posto fisso, il settore è in crisi, devi stare sul mercato, devi saperti vendere. La chiamano “nuova cultura professionale con una impostazione auto imprenditoriale”. Ho fatto il corso, sono sempre al pari con i miei doveri.
Durante un altro corso di aggiornamento hanno parlato invece di questo sito che aiuta a fare data journalism con grafici parlanti e time line. Magari vi è utile.
To go to Commestibile
Sapete che cos’è un To Go Journalist? Quello che state facendo ora, seguire un giornalista, una persona, un influencer potremmo anche dire al di là della testata per cui scrive. Quindi consiglierò la newsletter commestibile della mia amica ma soprattutto stimata collega Roberta Abate - cerco sempre di condividere il più possibile con chi ho da imparare, anche le grigliate.Iscrivetevi.